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Nella mitologia greca, Prometeo è colui che lotta a favore del genere umano, proteggendolo contro il volere degli dèi, contro ciò che oggi potremmo chiamare la sorte avversa. Dona loro il fuoco divino, il quale illumina e rappresenta l’utilizzo dell’intelligenza che differenzia l’uomo dal genere animale in preda ai soli istinti. Nel conoscere, nel divenire consapevoli, nel superare la dimensione della beata incoscienza, ci si imbatte nelle difficoltà, nei mali che gravano sul genere umano, come la paura, la pazzia, la malattia, il vizio. Ancora, Prometeo li raccoglie e li rinchiude in un vaso, il quale viene scoperchiato da Pandora che nuovamente li dissemina fra gli uomini, ma fra loro vi è anche la speranza che Prometeo aveva con essi rinchiuso. La scelta di questo nome si rifà quindi a molteplici aspetti:
- al coraggio della conoscenza, sapere aude, come diceva I. kant,’ abbiate coraggio di servirvi della vostra intelligenza, abbiate il coraggio di conoscere’. Conoscenza come elemento del progresso della civiltà umana, come seme del cambiamento;
- al coraggio di ribellarsi alla sorte, non volendola cambiare, ma cercando di vederla in maniera diversa, cercando di cogliere da essa, quegli elementi che ci pongono per forza di cose, o di fronte alla disperazione, o al cambiamento e alla crescita.
- alla speranza, come ingrediente necessario a tutti i percorsi di crescita umana.
Non ultima la scelta dell’albero rovesciato, il quale rende visibile, non ciò che tutti solitamente vediamo, cioè la chioma, ma ciò che sta sotto, ciò che in profondità sorregge. Veder l’erba dalla parte delle radici, è ciò che con fatica, ma con determinazione, ci proponiamo di fare, di rovesciare quindi il pensiero, di rovesciare lo sguardo nella speranza di trovare soluzioni nuove.